ARTE Taccuini d'artista: estro e spettacolo. Apprezzata performance Rea-Renne nel segno di Van Gogh


su Informamolise                                                                                             12 luglio 2013 
di Maurizio Cavaliere
Forse meno  evidente, definito e definitivo, ma più introspettivo di un’opera d’arte, più intimo di un diario. Cosa nascondono quei libretti dei sogni, scarabocchiati, stravaganti e onnivori, che per convenzione archiviamo alla voce taccuini d’artista? Ce l’hanno spiegato con assoluta limpidezza Mauro Rea e Donato Di Poce, curatori di un evento che a Campobasso sta riscuotendo un bel successo di critica e di pubblico.  ‘Taccuini d’artista’ è il titolo della mostra collettiva inaugurata domenica scorsa alla Palladino Company. Centotrenta artisti in rappresentanza di dodici nazioni, anche Giappone e Cina. Tutti hanno donato un pezzo della loro arte, del loro lavoro tecnico e fantasioso più... teatrale.

Da oltre vent’anni Donato Di Poce raccoglie questo materiale, lo cataloga, lo rilega all’occorrenza, lo esalta nel corpo ma anche nell’anima visto che ciascun visitatore ha il ‘potere’ di toccare e assimilare ogni piega di questo ammasso di carta solo apparentemente disordinato. Di Poce è un critico d’arte e poeta laziale, trapiantato a Milano. A ben dieci anni dalla sua prima esposizione è riuscito a ridare lustro ai ‘taccuini’ scegliendo Campobasso perché la maggior parte degli artisti presenti arriva dalla provincia del mondo.  E dalla provincia, quella ciociara, proviene l’altro artefice della rassegna, quel Mauro Rea, scultore e pittore, ormai piacevolmente ‘incastrato’ nel microcosmo molisano dell’arte. Rea ha curato il progetto e lo ha integrato con una performance di grande impatto sensoriale. Insieme al noto e apprezzato chitarrista campano, Peppe Renne, ha ‘riedificato’ un celebre quadro di Vincent Van Gogh: La stanza di Arles. Così da una parte Renne ha musicato i singoli oggetti presenti nella Stanza su note psichedeliche, fusion e funky, dall’altra Rea schizzava il suo estro estemporaneo su una parete di carta dietro alla quale era allestita in forma 3d La stanza di Arles. Il progressivo squarcio del velo ha permesso all’audience di esaltarsi in un vedo non vedo poderoso che ha portato all’orgasmo visivo finale. Esperimento riuscitissimo che è stato ben cadenzato anche dalla recitazione del sempre sorprendente Antonio Picariello, voce profonda di cinque brevi brani tratti dalle lettere descrittive opera di Van Gogh. Installazione, musica e parziale improvvisazione: così l’opera ambientale ha trovato una quarta dimensione sensoriale in grado di amplificarne gli effetti. Un po’ come ‘Il seminatore’ dello stesso Van Gogh, che, per mano di Rea, si è intravisto nel filtro di una finestra della Stanza. L’assenza totale di pomposità nei meandri dello schema complessivo, come nello stile di Rea e dello stesso Renne, amante e cultore della musica ‘concreta’, e la fluente miscela artistica, hanno regalato alla performance un senso di magica compiutezza che si è ben accompagnato alla curiosità del pubblico, impegnato a guardare, ascoltare e nel contempo sfogliare i taccuini d’artista: da quello, speciale, della grande poetessa e aforista milanese Alda Merini a quello del ‘nostro’ straordinario Achille Pace che ha fatto arrivare via facebook i suoi vivissimi complimenti agli organizzatori, tra i quali anche Gino Palladino, ‘titolare’ della Sala Azienda per le Arti. Sempre pronto a rischiare e a scommettere sulle sperimentazioni e sullo spirito vincente di serate aggreganti, il figlio di ‘Cecchino’ è entrato a piccoli passi nel circuito che piace agli artisti e al pubblico.
Per chi fosse stato distratto da altro il giorno dell’inaugurazione, c’è ancora tempo per rimediare. “Taccuini d’artista” sarà aperta fino al 28 luglio, senza performance ma con un corredo cartaceo di sensazioni quantitativamente e per qualità imponente.

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