LIBRI Il molisano Antonio Pastorini e 'Il coraggio degli italiani'. Così il simil-eroe Travaglio diventò 'docile pavone'

di Maurizio Cavaliere
“Il coraggio degli italiani” è l’ultimo romanzo di Antonio Pardo Pastorini, ingegnere di origini molisane, da anni attivo nel Modenese, che ha fatto della letteratura la sua valvola di sfogo e scommessa.
Il libro racconta le gesta dei ‘Miliziani’, portatori sani del rinnovato e trasparente sentimento popolare che avanza in Italia, autori di un colpo di stato che, senza violenze e mai strillato, prova a saldare l’etica alla politica, smantellando l’apparato elefantiaco di oggi, i suoi eccessi, le sue storture, il suo grigiore. Parla insomma dell’Italia sconquassata di questi tempi e ne parla non solo in termini di fantapolitica, giacché l’opera trasuda di storia e di spunti ben riconoscibili e praticabili.
“E’ la volontà dirompente di chi vuole riappropriarsi dell’identità perduta, di quell’Italia che ha dimenticato di detenere il 75 per cento del patrimonio artistico mondiale, e di aver dato i natali ad alcune tra le menti più brillanti che l’umanità abbia mai conosciuto – spiega l’autore  (foto) – Usando le parole potremmo definirlo il passaggio dalla cosmetica, del cerone incollato sulle facce dei politici di adesso, alla cosmotica, cioè al governo e alla gestione del mondo non fine a se stessa ma tendente ad abbattere, o almeno a diminuire, il dolore diffuso, un mondo meno urlato e più vicino alla gente comune” .

Le urla che si sentono sono del resto le urla di tutti, anche dei cosiddetti buoni, di chi si arroga il diritto di interpretare il sentimento comune, ma altro non fa che accentuare la distanza tra la riva occupata dalla stragrande maggioranza dei politici onnivori e quella degli italiani volitivi ma assopiti, che aspettano soltanto una spinta, una sana motivazione, o che sia costruito quel benedetto ponte di collegamento sul quale incontrarsi e decidere insieme del proprio destino. In proposito Pastorini ha le idee chiarissime. Nell’originale incipit va già dritto e duro, in questo modo: “In una consueta serata, nell’Italia fiaccata e al crepuscolo della seconda repubblica, un’incursione armata nello studio televisivo di Annozero, programma di approfondimento politico, proclama radicali mutamenti. D’un tratto pare giunta la fine delle istituzioni repubblicane, anacronistiche ed ostaggio di uomini privi di virtù, mediocri e inadatti al comando”. Nell’inedita bolgia infernale da lui riproposta, già dal primo accenno, finiscono, annaspano e capitolano tutti, indistintamente: Ignazio La Russa, che prova vanamente a opporsi al golpe, Fini, che scatta in piedi ma viene fatto sedere a forza su una poltrona. E anche Michele ‘faccia sardonica’ Santoro, definito “parolaio e modesto nell’approfondimento politico italiano” e addirittura Marco Travaglio, “animoso cavaliere di molte simil-eroiche giostre verbali, nell’ossessivo (e interessato) torneo di antiberlusconismo…, che se ne restava taciturno, impettito, come docile pavone”. L’analisi tematica del romanzo parte proprio da qui: dal bando di quella tv che ha contribuito a schiantare le riserve psicofisiche di un’Italia in cui tutti, anche gli avversari o i presunti tali, hanno un ruolo di complicità può o meno consapevole, partiti delle opposizioni comprese, ovviamente.
Pastorini, originario di Larino, comune in provincia di Campobasso – di qui anche i frequenti riferimenti del libro ai frentani e ai sanniti – ha scritto un romanzo vivo, interessante, di prospettiva. Lo ha fatto stampare da una casa editrice molisana, la Palladino di Campobasso, e lo ha presentato già in diverse città. A prescindere dall’evoluzione e dalla trama dello scritto, che può o meno appassionare, ma che ha il pregio di riedificare l’Italia bella che non ti aspetti più, le intenzioni dell’autore sono nobili, vanno cioè a pungolare le coscienze se non addirittura a sbattere in faccia al lettore attento il quesito di fondo dei nostri giorni. E’ la domanda cui qualcuno, golpe buono o meno, dovrà prima o poi rispondere, ovvero: come mai un popolo potenzialmente non secondo a nessuno, che nel corso dei secoli ha saputo creare, intraprendere e avere coraggio, si è ridotto in una situazione critica come quella attuale in cui prosperano le malefatte e la… ’demeritocrazia’?

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