Carmelina Colantuono e Nicola Di Niro, i due molisani che stanno spingendo la transumanza verso l'Unesco


di Maurizio Cavaliere 


Sono comprensibilmente felici e speranzosi Carmelina Colantuono e Nicola Di Niro, rispettivamente donna simbolo della transumanza italiana e Direttore dell'Agenzia di Sviluppo Asvir Moligal. La transumanza è a un passo dal riconoscimento tra gli elementi della lista del Patrimonio Culturale Intangibile dell'Umanità. E loro sono stati i primi a piantare il seme del progetto che poi, dopo diverse fasi e studi, si è trasformato nella candidatura in partenariato internazionale presentata a Parigi a fine marzo 2018 dai Ministeri di Italia, Austria e Grecia. 

Nei prossimi giorni a Bogotà, 24 dei 195 Paesi membri del Comitato Intergovernativo dell’Unesco decideranno tra le altre cose su 42 elementi e relative proposte che ambiscono a entrare nella prestigiosa e influente Lista dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, l’Unesco appunto.

In esame c'è dunque anche la transumanza, precisamente quella delle migrazioni stagionali di armenti sui tratturi nei Paesi del Mediterraneo e delle Alpi.

"Pensare di aver dato un contributo importante alla presentazione del dossier e della candidatura ci rende orgogliosi e fiduciosi. Siamo stati i capofila. Grande il lavoro che abbiamo fatto insieme con i referenti di Puglia, Abruzzo, Campania e Basilicata. Siamo stati e siamo tutt’ora una grande squadra. Non è ancora fatta, però, per cui incrociamo le dita e aspettiamo" spiega Carmelina Colantuono, che parla a nome della sua famiglia, custode di una tradizione profondamente radicata in Molise e Puglia. La transumanza pugliese-molisana si svolge a fine maggio. Quattro giorni di migrazione lungo tratturi, bracci tratturali e tratturelli. Più di 300 bovini, e diversi mandriani al seguito, percorrono 180 chilometri da una masseria di famiglia (in contrada Foresta di San Marco in Lamis) all'altra (in Acquevive di Frosolone).

I Colantuono sono stati il braccio, NIcola Di Niro di Asvir Moligal (insieme con Carmelina) è stato invece la mente e colui che, incontro dopo incontro, tappa dopo tappa, ha cucito il progetto tra partner, adattandolo alle prerogative della transumanza così come praticata da due secoli dalla coesa famiglia di pastori, oggi anche brillanti imprenditori, che arrivano da Frosolone. 
Transumanza in Molise - Foto Maurizio Cavaliere

Diversi sono stati i passaggi verso la 14esima Sessione del Comitato di Bogotà, che durerà sei giorni. “Dieci anni di lavoro – spiega Di Niro - Dal Molise alla Bolivia. Il cammino della transumanza verso l'Unesco è stato anche questo. Noi ce l'abbiamo messa tutta e siamo felici che il responso dei tecnici al dossier presentato per la candidatura sia stato ampiamente positivo. Abbiamo accompagnato questo percorso con tenacia e passione” conclude Di Niro. 

La straordinaria rappresentazione reale della transumanza dei Colantuono, elogiata dai media di tutto il mondo (due masi fa ben tre pagine sull’edizione domenicale del New York Times, un milione e 250mila copie di tiratura, con uno splendido reportage realizzato dall’editorialista ed editor Maria Russo, ma anche lo storica rivista Stern e il Gruppo Le Monde) che ancora oggi offre motivi di amore per la terra, gli animali, l'ambiente, puntando su ecosostenibilità, salvaguardia e valorizzazione delle biodiversità, è lo specchio di una tradizione che è propria di tante realtà del Mediterraneo e alpine. La meta sembra vicina perché i presupposti sono tutti incoraggianti. Tagliare il traguardo non è scontato, ma c’è già una piacevole certezza: il Molise genuino, operoso, unico, grazie a Carmelina Colantuono e Nicola Di Niro, ha fatto per intero la sua parte.


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