ATTUALITA' John Glenn, l'uomo che viaggiava alla 'velocità di Dio'

di Maurizio Cavaliere

Tutti conoscono la frase “Okay, Houston, we've had a problem here” con la quale l’equipaggio dell’Apollo 13 annunciò via radio l’esplosione di uno dei quattro serbatoi dell'ossigeno del modulo di comando. Una frase che attraverso varie citazioni cinematografiche, musicali e altro, è diventata un tormentone nella vita di tutti i giorni. Prima di quel... problema, in realtà, ben otto anni prima,un’altra frase aveva entusiasmato gli astronauti e gli amanti dello spazio, un ‘must tell’ che oggi, con la morte di John Glenn, primo astronauta della storia a orbitare (tre giri) con successo intorno alla Terra, risuona forte nel cosmo. Diceva così: ‘Godspeed, John Glenn’ come a dire: “Vai con (la velocità di) Dio, John Glenn”.




Il messaggio d’incoraggiamento arrivava dal backup pilot di Glenn, Scott Carpenter, che fece da eco all’altro incitamento, che suonava come una sorta di ‘preghiera stellare’ pronunciato appena prima, a terra, dal test conductor Tom O’Malley il quale, durante l’ultima sequenza di lancio disse testualmente: “Possa il buon Dio accompagnarti per tutto il viaggio”. Era il febbraio del 1962.

 Una frase meno conosciuta, quella di Carpenter, che fa fatto comunque la storia e che curiosamente Glenn non sentì se non quando tornò alla base, perché il suo collega era sintonizzato su un’altra frequenza.

Glenn condusse in porto quella ed altre missioni. E si portò via un altro primato assoluto: quello di uomo più anziano (77 anni) a viaggiare nello spazio. Un grande ‘pezzo’ di storia vola via lontano. In tanti lo hanno omaggiato e in tanti hanno citato quella frase che rappresenta come poche altre il meraviglioso, non inquadrabile, rapporto tra scienza e Dio, progresso e religione.

Molte citazioni anche in questo caso, come nel primo singolo in assoluto del grande Ian Brown da solista dopo la dolorosa implosione degli Stone Roses. S’intitola ‘My star’. Nell’intro c’è il campionamento dello scambio di battute tra la navicella di Glenn e la torre di controllo. Ascoltatelo perché (almeno a me) fa venire i brividi. C'è la mitica frase di Carpenter: “Godspeed John Glenn”, mai come stasera il miglior modo per salutare un grandissimo del Novecento.

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