“Tu diche cu’ core”: Giorgio Prigioniero ‘riporta’ gli emigranti a Petrella Tifernina

di Maurizio Cavaliere
Se la musica pop non fosse diventata un mero affare commerciale, legato a meccanismi di vendita che fagocitano il talento, forse Giorgio Prigioniero farebbe il cantautore di professione. Per fortuna, il ‘menestrello’ di Petrella Tifernina vive ancora la musica come autentico sfogo artistico, perché lui, tra il lavoro da imbianchino e quello in supporto di una struttura di accoglienza di Castellino, ha ancora tanto da dire. L’occasione per una nuova ‘vignetta musicale’ tipica del suo sfaccettato repertorio, arriva con il giorno di Ognissanti, oggi, e con la commemorazione dei defunti, domani. Esce questa mattina: ‘Tu diche cu’ core’ ovvero ‘Te lo dico col cuore’ il brano che Giorgio dedica a tutti gli emigrati petrellesi e molisani che, per ragioni logistiche e anagrafiche non possono più onorare fisicamente la memoria dei propri cari. “Ho voluto omaggiare Petrella e chi nei secoli l’ha vissuta. E’ un brano che racconta le origini, la storia dei luoghi. Ho inserito i suoni caratteristici di vicoli, scorci e campagne, il chiocciare delle galline, i rintocchi di un campanile, il suono di un clarinetto anch’esso tipico della nostra musica popolare. Ringrazio, per questo, il clarinettista Roberto Razzante e Antonello Amoroso, le cui linee di basso si sposano felicemente con il suono del piano e con le liriche, tutte in dialetto, che ho pensato per la circostanza. “Ringrazio anche Antonio Di Lallo, che ha corretto il testo dialettale, Michele Viglione, Antonio Quacquaruccio e ancora Antonello Amoroso per le riprese aeree con il drone” continua l’autore di ‘Stupendo’, ‘Il sole splende lo stesso’, ‘Briganti come me’, ‘Aldo’ e altri brani che trasudano genuinità e una vena straordinariamente punk che spezza qualsiasi convenzione. In Molise abbiamo personaggi e artisti di valore, ancora da scoprire, espressioni felici di una realtà provinciale e rurale che rimane intatta. “Vorrei che i compaesani che vivono fuori chiudessero gli occhi e si facessero trasportare da melodia e testo. Spero di fare loro un regalo gradito, accompagnato da un video che vuole riflettere quei segni distintivi che ancora oggi la vita di paese preserva nonostante tutto” conclude Prigioniero.

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