I burattini spopolano in piazza: lunga vita all'arte di Ferraiolo

di Maurizio Cavaliere In piazza da quattro generazioni, cento storie, quaranta quelle portate a Campobasso. E una famiglia di fieri amanti della tradizione popolare napoletana, soprattutto. Sono grandi i numeri dei Ferraiolo, storica famiglia di burattinai, emblema dell’arte di tramandare la cultura del teatrino di ‘re’ Pulcinella e delle altre maschere della commedia dell’arte. Numeri che fanno il paio con quelli altrettanto consistenti che stanno segnando il ritorno dei Ferraiolo nel capoluogo regionale. Ieri sera, sabato 18, in piazza Municipio, c’erano centinaia e centinaia di persone, per loro. Non solo bambini nella platea, ma una cornice tutt’intorno al teatro: di genitori, ma anche di altri adulti e bambini, pronti a carpire le battute, spesso esilaranti di cui sono colme le commedie messe in scena, molte delle quali dominate dall’ineffabile Pulcinella, non più contadino e servo, ma eroe insolente, animato dalle braccia di Fabio e dalla voce inimitabile di Adriano, rispettivamente figlio e padre dei Ferraiolo nel terzo millennio. Abbiamo incontrato Fabio di mattina, mentre verificava le ultime cose in preparazione degli spettacoli pomeridiani. I Ferraiolo sono arrivati a Campobasso venerdì 17 che, a Napoli, vuol dire ‘disgrazia’. In effetti la sfuriata temporalesca di quel giorno è arrivata con l’effetto dell’uragano sulla prima giornata di teatro dei burattini in Molise: “Ma ce l’abbiamo fatta lo stesso – spiega Fabio – Un po’ di tempo per risistemare sedie e teatrino e, grazie alla tenacia dei campobassani, tanti bambini hanno potuto assistere ai primi due spettacoli”. Esordio bagnato e… fortunato visto che ieri, sabato, le presenze e l’interesse sono stati tali (foto in basso) che, vedere i burattini dialogare tra loro, schernirsi simpaticamente, bisticciare con la lingua e azzuffarsi fisicamente, all’occorrenza, è stata un’impresa. E pensare che, se non ci fosse tanto sapiente mestiere a monte, quei burattini resterebbero inespressivi fantocci calzati come guanti. foto piazza burattini Troviamo Fabio, che col fratello Simone (di papà Adriano, che invece è a Napoli, abbiamo detto) porta avanti l’impresa, in relax, ma già ben saldo nella parte. “E stata un’estate intensa – spiega – Ci siamo divisi in tre equipe, mio fratello nel Cilento, io a Diamante e papà a Vasto e poi a Tropea. Ora si riparte da Campobasso, come sempre in questo periodo”. Settembre inoltrato vuol dire infatti burattini a Campobasso: con quello strano caos di voci perfettamente riconoscibili, l’entusiasmo dei bimbi e l’odore di zucchero filato, il cambio di stagione è sempre dolcissimo. Parlare con Fabio Ferraiolo vuol dire salire su un palco di burattini. Ascoltare quella voce che sembra segnata da tanti sforzi rimette in circolo le sensazioni di chi, da piccolino, ha amato quel teatrino di 4 metri per tre e 80. Difficile trovare una tradizione popolare e di piazza così duratura di questi tempi. In questo video la nostra intervista e un po’ di immagini della serata di sabato. Fabio ci racconta di quando gli spettacoli duravano quasi due ore: “Oggi durano mezz’ora o 40 minuti, ma quando c’era mio nonno erano lunghi come una ver pièce teatrale. Le tecnologie adesso ci aiutano – prosegue – ma al tempo nonno aveva un complessino che accompagnava lo spettacolo”. Anni in cui un posto in platea costava dieci lire, soldi ben spesi, come l’euro di oggi, d’altronde. I Ferraiolo portano in scena cinque spettacoli al giorno, domenica anche la mattina. C’è il meglio della commedia dell’arte e del teatro classico napoletano di Scarpetta, De Filippo. E poi c’è Goldoni. Tempo ce n’è abbastanza per ammirare l’arte dei Ferraiolo: fino all’8 di ottobre. Poi, letteralmente, via baracche e burattini verso un’altra piazza e un’altra fragorosa e al tempo stesso dolce risata, ben connessi alla realtà veloce che ci sfugge di mano nel teatro della vita.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'INCHIESTA 'Onna Peppa, Maddalena e le ragazze di Porta San Paolo: le case di tolleranza a Campobasso. Quando un po' di telegrammi valevano una marchetta gratis

VIAGGI Da giornalista nel cuore di Londra: dal maestoso Guardian all'omaggio a Farzad Bazoft, Marx e Kinks