Tenkorang, dopo il gol il bacio di Zaira: "Sono un lupo felice"

Protagonista nella vittoria a Monopoli, il centrocampista rossoblù si gode il bel momento insieme alla fidanzata campobassana: “Finalmente ho potuto gioire davvero per il gol, con l’Andria non avevo capito la situazione”. di Maurizio Cavaliere Stavolta la gioia per il gol è stata totale, vera, magica come la serata vissuta ieri a Monopoli dal Campobasso. Il giorno dopo l’exploit con quasi doppietta (“l’ho toccata di ginocchio, poi il loro difensore l’ha spinta in porta”) Joshua Tenkorang, 21 anni da Novara, centrocampista dei lupi, si gode il meritato giorno di riposo in compagnia di Zaira, la giovane campobassana che gli ha rapito il cuore nel giugno scorso: galeotte furono le feste per la promozione in serie C. Come sembra lontano il giorno in cui ha realizzato il suo primo gol da professionista alla Fidelis Andria: non l’avesse mai fatto. Già, il gol delle polemiche infinite e delle immagini che hanno fatto il giro del web e dei siti nazionali: “Sì, finalmente ho potuto festeggiare davvero con i miei compagni”. Quella volta invece fu gioia effimera prima di quel(la) guerra e pace che Tolstoj non ci avrebbe scritto un romanzo, ma chissà, forse sarebbe pure lui rimasto sorpreso. Come scrivemmo noi, ipotizzandolo quel pomeriggio, il giovane interno della mediana rossoblù non si era accorto di tutto quello che stava succedendo in campo. “Non avevo capito lo svolgimento dell’azione e tutto il resto, ho visto la palla arrivare e sono andato in porta, d’istinto. Se me ne fossi accorto non l‘avrei fatto, non è da me fare una cosa del genere, io ho sempre praticato il fair play”, per altro, nonostante il ruolo di incontrista, non è mai stato espulso da quando gioca a calcio. Ma tant’è. Il lupo si è ripreso i punti buttati via quel giorno (avrebbe meritato almeno un pareggio, così come col Taranto), e Joshua si è rifatto della gioia perduta. Gioia doppia come la vittoria di fila dei lupi e come i Tenkorang che giocano a calcio. Il ‘nostro’ ha infatti un fratello gemello che milita nel Porto Sant’Elpidio. Si chiama James, è “un po’ più alto e piazzato di me, attaccante che vede bene la porta”. L’anno scorso i due per poco non hanno giocato contro. James Tenkorang è infatti passato per Notaresco, ma una pubalgia lo ha tenuto fuori per tutta la stagione. Joshua ha anche quattro sorelle, due sono gemelle. Non le vede da quattro anni: “Spero di tornare da loro la prossima estate”. Lui è italiano a tutti gli effetti: nato a Novara da mamma originaria della Nigeria e papà ghanese. A Campobasso lo hanno portato il procuratore Paolo Soprani e una felice intuizione dell’attuale società rossoblù. Cresciuto nelle giovanili del Novara, dopo un’esperienza in Germania con l’Arminia Bielefeld, si era posto in buona evidenza nella Rometiense Cerano prima del passaggio agli ogliastrini del Lanusei, in serie D dove finora, comprese coppe e playoff, ha giocato 84 volte e realizzato 7 reti (3 più un assist l’anno scoro con i lupi, quest’anno è già a 2 gol e un assist, quello per Rossetti in casa del Monterosi, ah, ieri Mattia gli ha ricambiato il favore). Joshua non è un giocatore di proprietà del Campobasso, come Fabriani e Vitali: in estate ha firmato per due anni. E da noi si trova alla grande, come dice a modo suo: “E’ il mio terzo anno a Campobasso dove sto… troppo bene“. In effetti è un momento felice per lui: sta giocando, e bene, da titolare, segna pure e poi c’è Zaira. Le dà un bacio in ascensore, ci manda lo scatto, e prova a salire e salire ancora come calciatore: “Tutti sognano di giocare in serie A – dice – l’obiettivo è quello di lavorare duro e arrivare in alto, ma io ora penso solo a questo grande Campobasso. Il mister mi sta dando tanta fiducia, a me spetta crescere ancora, migliorare e dimostrare sul campo di essere all’altezza. A essere sincero, non mi aspettavo di giocare subito così tanto, sono un (Lupo) felice”. Felice soprattutto di aver fatto gioire i circa 200 supporter presenti al ‘Veneziani’. “E’ stata una battaglia su un campo difficile e ieri pesante – spiega – Il mister l’ha preparata tanto, ci ha fatto studiare per bene l’avversario, per questo alla fine era anche lui molto contento: ‘Queste sono le partite che bisogna vincere’ ci ha detto, prima di aggiungere che da martedì si penserà al Bari”. Tenkorang è schietto e realista, non guarda oltre il lecito, semmai sogna: “Credo che la nostra forza sia nel fatto che siamo un gruppo giovane che ha tanta voglia di dimostrare il proprio valore. Ma ricordiamoci che finora non abbiamo fatto nulla. I risultati si vedono alla fine”. Ambizioso e umile insieme questo ragazzo che in campo corre e corre, e poi si inserisce negli spazi come i centrocampisti completi di oggi, stile Marchisio o il Nicola Berti di quei tempi. Il suo idolo invero è Paul Pogba: “Che partita che ha fatto ieri sera” conveniamo entrambi parlando della finale di Nation’s League. Quindi ci salutiamo e lui torna dalla sua Zaira: oggi liberi e felici di vivere sotto la pioggia battente di un lunedì campobassano di metà ottobre che fa un freddo che Dio ce ne scampi. Sognando l’amore e un altro gol decisivo. Da domani di nuovo al lavoro, con sempre più impegno, se possibile. Domenica arriva il Bari capolista, Tenkorang tornerà nell’appartamento che divide con Vitali e Sbardella: non c’è Zaira, ma con un difensore e un attaccante, lui, centrocampista, è sempre in ottima compagnia. Maurizio Cavaliere

Commenti

Post popolari in questo blog

L'INCHIESTA 'Onna Peppa, Maddalena e le ragazze di Porta San Paolo: le case di tolleranza a Campobasso. Quando un po' di telegrammi valevano una marchetta gratis

VIAGGI Da giornalista nel cuore di Londra: dal maestoso Guardian all'omaggio a Farzad Bazoft, Marx e Kinks