Brandelli di maiale gettati per strada: civiltà lacerata in via Carducci

di Maurizio Cavaliere 

Uscire di casa per un caffè e trovarsi davanti, nel parcheggio, brandelli sparsi di maiale, ossa, cotica, pezzi grandi e piccoli. La mia domenica mattina è stata scioccante. Non un atto intimidatorio, non il macabro scherzo di un balordo: semplicemente la civiltà lacerata ai più alti livelli.

Ci sono pochi dubbi sull’accaduto in via Carducci a Campobasso. La Polizia locale è arrivata subito, su segnalazione di Sandro del bar Lupin. Da una sacca sfilacciata di nylon sbucavano fuori del grasso color bianco sporco, un osso bello grosso, un pezzo di carne altrettanto imponente di una parte non ben riconoscibile, e qualcosa che somigliava a una pezzetto di testa, ma non garantisco in proposito. Di cosa? Quasi certamente un maiale ucciso da poco.


Si capisce che c’è stato un cane nei paraggi. Si vedono i segni dei denti sulla carne e sulla sacca di nylon blu, tutta smagliata. Appare più che probabile la razzia notturna di un quadrupede dal vicino bidone della spazzatura. Una ventina di metri per trascinate la sacca e poi il tentativo, parzialmente riuscito, di aprirla, sfamarsi o di strappare brandelli di materia animale.
Una scena che immaginiamo e che non ci fa più senso di quello che resta e che vediamo in tre o quattro. Segni d’inverosimile inciviltà, perché nessuno tra noi ha in mente la questione tutt’altro che edificante dell’animale barbaramente ucciso. Le considerazioni sono infatti tutte per chi ha ucciso la bestia per poi disfarsi dei resti ‘inutili’ nel modo più indecoroso: buttandolo in un cassonetto, nascosto in un contenitore.
La legge italiana non vieta in assoluto l’uccisione del maiale in casa. Ma i paletti sono tanti: dalle norme igienico sanitarie da rispettare, segnalando la provenienza del maiale, alla maniera in cui il povero animale viene fatto fuori. In passato, mi vengono i brividi a pensarlo, c’è stato chi ci ha provato con un colpo d’ascia e chi a martellate: la morte civile di chi, nel campo della barbarie nuda e cruda, opera nella pura illegalità. Siamo comunque sorpresi e scioccati al pensiero dell’uomo o della donna che anziché cedere i resti del ‘maiale ammazzato in casa’ a un macellaio di fiducia, che poi provvede alla sua cessione ad aziende specializzate nella raccolta di resti animali, pensa di potersene sbarazzare nel modo più rapido, squallido e dannoso per la comunità. Dannoso per le ovvie conseguenze che una simile operazione può causare sul piano igienico, ovunque, non solo in un quartiere residenziale.
Gli uomini della Sea hanno subito rimosso i resti dalla strada. Non rimane più traccia dell’indicibile atto di inciviltà perpetrato nella notte campobassana. Qualcuno obietterà dicendo che ammazzare un animale è già un atto criminoso, e si può anche essere d’accordo. Ma un conto è fare le cose nella legalità, altro è infangare la propria dignità.
Ci sono maiali e maiali, la metafora ha ucciso due volte in via Carducci.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'INCHIESTA 'Onna Peppa, Maddalena e le ragazze di Porta San Paolo: le case di tolleranza a Campobasso. Quando un po' di telegrammi valevano una marchetta gratis

VIAGGI Da giornalista nel cuore di Londra: dal maestoso Guardian all'omaggio a Farzad Bazoft, Marx e Kinks