CAMPOBASSO La politica dei transfughi decreta la sconfitta dei giovani: 'sacrificati' Iosue e Vertolo

di Maurizio Cavaliere 

La politica dei transfughi ha pesato parecchio sull’esito delle ultime elezioni. La vittoria di Battista, scaltro nell’accogliere allasua corte tanti ex centrodestra provenienti dalla complicata gestione Di Bartolomeo, apre il campo al toto-assessori, ma anche a considerazioni che derivano dalla forza dei numeri. 
Una delle più importanti, in un consiglio rinnovato appena per la sua metà, riguarda la sconfitta dei giovani, almeno di quelli che fanno della politica una buona ragione di vita. Citiamo su tutti Luca Iosue  e Andrea Vertolo, giovanissime promesserispettivamente del Partito democratico e dei Comunisti Italiani. Entrambi non hanno centrato l’obiettivo e probabilmente ce la faranno alla prossima tornata elettorale. Ed entrambi hanno patito gli effetti dei movimenti tellurici che l’apparato Pd, alla vigilia del voto, ha scatenato all’interno delle gerarchie conquistate sul campo.

Iosue, per esempio, non ha condotto una campagna elettorale ‘importante’. Probabilmente per aiutare il partito nelle beghe organizzative, comunque complicate. Ma, a conti fatti, questo ragazzo, del quale tutti hanno un’ottima considerazione – è stato tra i pochissimi a salutare gli amici dei 5 Stelle e a scambiare con loro battute e pacche sulle spalle, la notte del famigerato, lunghissimo scrutinio – si è visto superare nella lista anche da chi, fino a qualche settimana prima sventolava fiero il vessillo del centrodestra. Qualche nome: Francesco Sanginario e Stefano Ramundo. Insomma, il primo partito del centrosinistra ha premiato il bacino d’utenza elettorale di altri, piuttosto che un prodotto del vivaio, per dirla in termini calcistici.

Di Vertolo potrà invece dirsi che è ancora acerbo per ottenere una risposta di consensi tale da primeggiare nel suo partito (infatti con i suoi discreti 165 voti non ce l’avrebbe comunque fatta, davanti a lui anche Adele Emma de Capoa), però è vero pure che primo nel‘suo’ partito è arrivato Maurizio D’Anchise, giunto proprio in zona Cesarini dal Pd. Quindi uno dei Comunisti italiani che cede il campo a un piddino storico che, a sua volta, è stato invitato a cambiare casacca perché nel suo partito bisognava fare spazio ai transfughi del centrodestra. La logica della vittoria elettorale è anche questa. D’Anchise sarebbe stato appoggiato dall’amico ed ex sindaco Augusto Massa, il quale aveva affermato a ‘primonumero’ che la sua rinuncia a candidarsi come consigliere dopo la ‘botta’ delle primarie, era tesa a favorire l’ingresso a Palazzo di Città dei giovani (D’Anchise è un consigliere uscente e ha 56 anni). Per altro, se il Pd non avesse aperto le porte agli ex avversari (tutti volponi da oltre 400 voti) la quota di preferenzeper accedere in Municipio sarebbe stata assai più bassa e chissà, forse Iosue, con una manciata di voti in più avrebbe raggiunto l’obiettivo.

Obiettivo centrato invece da Antonio Battista. Vittoria è stata. Con buona pace dei giovani ‘sacrificati’ e di chi, come Maurizio D’Anchise (piddino convinto, ma ora in quota Comunisti italiani) si troverà adesso a lavorare fianco a fianco  con i vari Sanginario,Colarusso, Ambrosio e Colagiovanni.  

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